mercoledì 5 settembre 2007

"T'a fhutti tutta 'sta prescia!"

"Che te ne fai di tutta questa fretta?"

Espressione ironica (usata come una sorta di litote) che si indirizza a coloro che non sono particolarmente rapidi.
Per il suo sarcasmo, è una delle espressioni del nostro dialetto che mi piace di più.

giovedì 21 giugno 2007

U pùarcu è ancora a' muntagna e l'acqua già gùjje!

Il maiale é ancora in montagna e già bolle l'acqua.
Ancora "nu dittu" ricevuto via e-mail da Mario La frase non ha bisogno di molti commenti: la fretta è inutile e le cose vanno fatte nell'ordine giusto. Probabilmente il detto risale ai bei tempi in cui il maiale si cresceva in montagna, dove l'aria è più buona e le ghiande abbondanti.

martedì 19 giugno 2007

Cu pìacura si fha, u lupu s'a mange

E a proposito di diffidenza, riceviamo da Mario e volentieri pubblichiamo questo "dittu" che invita a non farsi pecora per non incorrere nell'inevitabile...
Come aggiunge Mario nel suo commento: mai abbassare la guardia!

domenica 10 giugno 2007

Shputàtu d'a buffa

E' l'esatto contrario di "baciato dalla fortuna".
La buffa è il rospo (il suo nome scientifico è difatti Bufo bufo), notorio animale portasfiga, ed essere sputati dal rospo non è proprio un'ottima cosa.
L'espressione si usa spesso rivolgendosi a se stessi ("Su propri shputàtu d'a buffa!"), nel tipico atteggiamento che è un po' piangersi addosso, un po' non fidarsi mai delle "invidie" degli altri che sono, per definizione, sempre in agguato (quando si dice la diffidenza...)

domenica 3 giugno 2007

Paghi caru e siadi 'mparu

Se vuoi sederti comodamente, non hai che da spendere il dovuto.
Detto da utilizzarsi in quei casi in cui l'interlocutore si lamenta del servizio ricevuto (spesso ristoranti, alberghi e simili) dimenticando l'esiguo prezzo pagato.

PS: il detto in questione mi è stato gentilmente segnalato da Roccia il quale ha evidenti problemi di linea (lan & panz) e non riesce a connettersi con regolarità per contribuire a questo nostro allegro blog.

sabato 31 marzo 2007

Miajju u piattu e paji ca u viantu e spaji

Meglio porgere il petto alle fucilate che porgere le spalle al vento.

Perdiru i vue e cercanu l'aratru

Questo detto viene utilizzato quando qualcuno esegue una azione che si ritiene inutile, infatti cercare l'aratro dopo aver perso i buoi non ha senso.
Una variante della zona di Catanzaro è la seguente:
Perdiru i gutti e cercanu i mbujajji.

giovedì 22 marzo 2007

"L'arte è un ponte... ma u cafhé è acqua!"

Sull'architrave che chiude la scena del Cinema di Maida c'è un'iscrizione che ogni maidese (se nato qualche anno prima della chiusura del suddetto cinema) conosce a memoria: L'arte è un ponte che unisce la terra al cielo, l'uomo all'uomo. La frase, molto bella, è dello scrittore calabrese Corrado Alvaro.

Tempo addietro, mentre sorseggiava il caffé del bar del Cinema, un nostro concittadino commentò con questa frase ironica (da allora rimasta nella leggenda) l'inconsistenza e la cattiva qualità della bevanda che gli avevano servito.

Il detto si usa oggi (spesso lasciando sottintesa la seconda parte) come citazione colta per sottolineare un'azione inutile, che fallisce per manifesta mancanza dei mezzi e delle qualità della persona che l'ha intrapresa (nonostante i proclami un po' fanfaroni).

Del resto, anche per fare un caffé ci vuole arte!

venerdì 9 marzo 2007

"Dammi tìampu ca ti pìarciu!"

Le virgolette evocano un famoso discorso, quello del topolino che disse alla noce: "dammi tempo che ti bucherò!"
Contro la fretta e la disperazione, una buona dose di costanza e pazienza (e poddarzi un pizzico di illusione...)

lunedì 5 marzo 2007

Vasciati grugghju ca a chjna passe

Il grugghju è un arbusto (o nna cosa e chisti) che cresce in riva al fiume, particolarmente resistente in quanto "si piega ma non si spezza".Per cui il detto è un invito a resistere nei momenti difficili perché passeranno. Si spera...
p.s. mi sono uniformato alle indicazioni di arcomansi per i fonemi ma secondo me "jj" è più chiaro
e immediato di" gghj".

giovedì 15 febbraio 2007

Chjàcchjari e tabacchìari 'e lignu.

Ovvero, le chiacchiere stanno a zero.
Girando sul web, ho trovato (forse) l'origine, più volte invano cercata, di questo curioso detto. Secondo questo sito, il proverbio completo sarebbe: "Chjàcchjari e tabbachìari 'e lignu no li cangia u Bancu i Napuli" (a Maida, quindi, ci saremmo mangiati la seconda parte). Significato: le chiacchiere, come le tabacchiere in legno, non valgono nulla. Probabilmente il detto risale al tempo in cui si portavano gli oggetti di valore al Banco dei Pegni (e il Monte di Pietà di Napoli risale al 1539) e le tabacchiere in legno non erano certo tra gli oggetti più ricercati (perché comuni, rispetto a quelle in argento o in oro).Oggi, invece, questa "tabacchìara 'e lignu" di epoca napoleonica vale una fortuna (atru ca chjàcchjari!)

PS: a proposito di Maida e di tabacchiere, dice la leggenda che il Generale Garibaldi (
nientepopodimeno che) avrebbe fatto dono di una tabacchiera ai Farao, possidenti maidesi che abitavano l'omonimo palazzo sulla piazza, famoso per un discorso pronunciato da Garibaldi dal balcone (da cui la targa "Da questo verone...", eccetera).
Questa tabacchiera sarebbe ancora in mano agli attuali proprietari del palazzo: non sappiamo se sia di legno o meno, ma in ogni caso ha di sicuro anch'essa un grande valore...

mercoledì 14 febbraio 2007

Viagnu do' mùartu e mi dici ch' è vivu!

Ma come? Sto appena tornando dal funerale e tu sostieni che non sia morto?

Della serie: proprio non ti fidi di me...